martedì 16 giugno 2015

Volevo solo avere un blog

E quindi ecco.
Mi sposto.
Vado di là, verso l'infinito magico mondo di Wordpress e oltre.
Nella speranza che un nuovo tema, una nuova dashboard mi illuminino anche per capire chi sono.

Ero una che voleva solo un blog. Una che faceva la modesta ma due foto per fare la marchetta e avere due borsette gratis, le avrei fatte. Una che all'inizio ci credeva, che magari l'avrebbero letta, e che non pensava fossero tutti fatti con lo stampino, 'sti blog. Tutta questa gente che si fa le foto, con le stesse descrizioni di una povertà grammaticale imbarazzante, le stesse categorie, fantomatici Lifestyle e Travels e intanto selfie compulsivi o sponsorizzazioni a gogo di prodotti. Per non parlare dell'inglese maccheronico.
Che tristezza.

Voglio finire così?
No.
[Ma per una borsa di Fendi farei questo e altro].
E quindi che m'invento?
Youtube no, che c'ho la parlata troppo rapida e la cadenza trentina, per carità.
Cucino ma sono troppo selettiva, mi trucco ma non troppo, mi vesto ma mi stufo.
E quindi, di che scrivo?
Di cazzate.

Fatta.

Ci vediamo dall'altra parte.

giovedì 30 aprile 2015

SEO e fregnacce

Proprio oggi, proprio ora che sto cercando di cambiare qualcosa, di fare questa benedetta migrazione, di cercare un nuovo nome, mi vengono un sacco di ispirazioni e di idee per cose altre.

Tipo sui post.

E sulle crisi d'identità.

Quindi uniamo l'utile al dilettevole e facciamo un post sulle crisi d'identità.

E sul fatto che se prima la cosa fondamentale di questo blog era la privacy e il non voler essere trovata, raggiunta anzi riconosciuta, ora mi rendo conto che la fregola delle visualizzazioni c'è. Perché ho capito che molti mi leggono e nessuno commenta (e te credo, cosa c'è da commentare su articoli che parlano di aria fritta?), però sarebbe carino avere un qualsiasi altro riscontro che non siano visualizzazioni in massa dal Sudamerica. Hola amigos!

Quindi, detto questo, bisogna ottimizzare i titoli e i contenuti del blog in modo che gli articoli siano facilmente reperibili sui motori di ricerca (altrimenti detta SEO). E trovare dei titoli specifici.
E concentrarsi su un solo argomento.
Ed essere precisi.
Ed essere chiari.
Ma io non sono Benedetta Parodi, e nemmeno la Ferragni.
Io scrivo del nulla cosmico!
Come posiziono le mie fregnacce sul web?

Uffa.

mercoledì 29 aprile 2015

L'Odissea. Parte uno.

Ritrovarsi su Wikihow per cercare un nome dignitoso per il nuovo blog: fatto. 

Dignità: non pervenuta. 

Nuovo mood: oscillare tra momenti di assoluta convinzione di spaccare col blog diventando il Beppe Grillo Severgnini delle studentesse frustrate e il profondo sconforto dato dalla consapevolezza che tanto non mi leggerà nessuno. 



Si stava meglio quando si stava peggio e quando uno a sedici anni poteva farsi MySpace con le foto trash antenate dei selfie e le canzoni dei Green Day e sentirsi cool, e soprattutto con la convinzione che qualcuno, a Omaha o giù di lì, ci avrebbe letto. 
Bella storia.  



martedì 28 aprile 2015

Sentirsi responsabili

Da grande omonimia derivano grandi responsabilità. 

Soprattutto sul web. 
E fu così che dopo lo sconforto di scoprire che il nuovo titolo che avevo scelto per il blog era già stato preso da una gang di cinesi dai sorrisi smaglianti e lo sfondo kitsch, che non ho capito per quale motivo vanno a prendersi un dominio web in italiano, mi sono messa alla ricerca di nuove ispirazioni per il titolo. 
Una cosa concisa, carina, che parli di tutto e di niente. Come questo spazio, per l'appunto. 
Dove faccio un po' di tutto e un po' di niente. Dove viaggio poco e leggo molto, dove sperpero parole per parlare di borse e acque micellari e dove mi perdo in chiacchiere inutili su cose serie. Credo. 

Eccomi  dunque alla ricerca di un nuovo nome. Alla ricerca della mia identità. Il titolo ufficiale che avevo scelto in realtà è già un sito di una band di quarantenni che si esibiscono nella provincia di Cuneo, anche al primo maggio se volete, in un locale dove però dovrete farvi la tessera Arci. 
7 euro, per dire, eh! 
Il titolo alternativo è un sito dove fanno decoupage e cose di feltro. 

E quindi vado alla disperata ricerca di un'alternativa, partendo dal mio nome, e scopro che oltre a essere un motore di ricerca, sono un'azienda che produce sistemi di illuminazione a LED, un hotel di Firenze 3 stelle superior (rinnovate quel sito, per dio! è imbarazzante!) una sedicenne che ha vinto un talent, una casa editrice, una graphic illustrator (Ciao! Sei brava!), e sono anche un personaggio di un videogioco giapponese. 

Ma perché gli asiatici stanno in fissa col mio nome? 

Che ansia. 

Stay tuned, l'epopea non è che all'inizio!

 

domenica 17 agosto 2014

Di quella volta che non ho scritto sul blog per quasi sei mesi

Eccomi qua. 

I'm back. 
Sono tornata perché è da tutta la settimana che penso "ma e il mio blog?" a cui seguiva normalmente un "naaah a chi vuoi che gliene freghi di leggere le mie idiozie" e INVECE NO. 
Stamattina mi sono alzata con seicento cose da fare, e naturalmente quando uno ha milioni di cose da fare che sono lì che si accumulano e le scadenze si avvicinano, qual è la cosa più saggia da fare? MA AGGIUNGERE ALTRE COSE DA FARE ALLA (già lunghissima) LISTA, ovviamente!!  

Insomma ecco, con tutte le cose che avevo da fare, mail da mandare all'università di Innsbruck per il mio periodo di studio lì questo autunno, piccoli dettagli da definire come TROVARE ENTRO BREVE UNA CASA-UN PONTE-UNA FABBRICA DISMESSA di Loacker dove poter alloggiare durante il mio periodo austriaco, scrivere alla mia università, studiare per un esame di settem... (pffff WHAT'S STUDIARE?!), prendere questo dannato sole finché c'è e si degna di palesarsi che non posso arrivare a settembre bianca come una mozzarella, decidermi finalmente a comprare online un portatile decente che (almeno) non muoia ogni giorno e rinasca dalle sue ceneri ogni giorno stile araba fenice perché che ci crediate o no il mio vecchio computer aveva un po' questa tendenza a morire e risorgere il giorno dopo (ancora più rincoglionito di prima) e quindi ho deciso di porre fine alle sue sofferenze, anzi lui ha deciso di porre fine alle MIE decidendo di non accendersi più proprio durante il periodo esami con una tesina pronta solo da consegnare (studenti, You know what I mean), e quindi addio pc, Ciao Chicco, ciao! 
Ecco con tutte queste cose da fare, io stamattina decido di aprire e guardare il blog. 

Chissà se è ancora lì. 

Se mi hanno dimenticato. 

Se si è cancellato tutt... Hei, è ancora tutto lì, fico! E ho (occhioni giganti da faccina di whatsapp quella a sinistra, con le guanciotte rosse e gli occhi sbarrati) un SACCO dico UN SACCO di visualizzazioni! 
Millemilla! 
E non sono visualizzazioni del cavolo ma letture vere e proprie di alcuni post, quelli più corposi!

Sono commossa, davvero.
W o w ragazzi! 
Grazie. 


Ok, ho avuto un'infanzia con poche esternazioni di affetto quindi con le cose emotive non ci so proprio fare e non starò certo qui a mostrarvi le mie emozioni, che mi vergogno.
Fatevi bastare quel Grazie. 

E ora basta con le smancerie. 
Let's talk about cose fondamentali nella vita, tipo perché le blogger si mettono i Doc Martens per gli outfit di agosto, o cose ancora più caryne tipo le slip on di Steve Madden (o chi per lui ) e il bordeaux che andrà tanto il prossimo autunno.  
Mamma mia ragazzi come sono influenzabile. 
Vedo un paio di sgallinate con i loro #ootd su Instagram e subito corro online a guardare dove posso acquistare quello che ho visto. 
Anzi no. Guardo Instagram, pondero. Pondero ancora per cercare di capire se quel giubbino di pelle bicolor ghiaccio e blu elettrico mi fa impazzire o no. E nel caso mi faccia impazzire, se dovessi acquistarlo mi farebbe sembrare una badante in gita a Venezia? 
Insomma rifletto. 
Guardo, mi incuriosisco. 
Magari seleziono, passo alla lente d'ingrandimento ogni singola foto che trovo sullo shop online. 
Forse forse lo metto anche nel carrello.
Ma non acquisto. 
Non subito. 
Uhè sono pur sempre pellegrina e squattrinata, c'ho uno pseudo Erasmus da fare, io. 
La paga del lavoro estivo quest'anno va tutta in Austria (bestemmiebestemmiebestemmie) a comprarmi cremine bio e sediovuole un Iphone. E il pc. Scrauso. 
Che vitaccia. 
Senza neanche una Antigona di Givenchy nell'armadio. 
Che dico, una semplicissima Postina di Zanellato. 
Una poraccia di una borsa di Prada presa all'outlet di Pincopallino. 


Ok dopo questo momento Oliver Twist, passiamo alle cose serie. 

Q U E S T E . 

 

E ora le domande di rito.
Non sono carine? 
Sì. 
Ci piacciono? 
Sì. 
Me la sento di affrontare un animalier alla modica cifra di 100 euro? 
Non credo. 
Ma Steve, che è un gran simpaticone ha pensato a tutte noi che siamo un po' pignette del vorreimanonposso e Sa, perchè lui LO SA che esiste gente che non va in giro coi suoi trampoli tutto il giorno rischiando di lacerarsi un legamento (hello, me!) o di andarsene in giro con delle slip on leopardate che attenzione ora vi sembrano strafighe nelle foto degli outfit estivi delle varie blogger, ma vi ricordo che in autunno si va di calzino scuro e l'effetto è subito quello di un nonno che va a giocare alla bocciofila (truestory ci siamo passati tutti anche con le Victorias che profumavano di fragola ebbenesì), insomma Steve lo sa e quindi ha ben pensato di fare anche la versione black di tale articolo. 
Di cui però io, piccola fiammiferaia de noantri (a.k.a. MAQUANTOMIPIACEUSAREILCORSIVOOGGI), ho scovato la scopiazzatura pure piùccarina su Zalando, di un marchio a me finora sconosciuto, tale Zign.  

Eccola qua. 


Ora ditemi voi. 
A me garba un sacco. 
E poi mi farebbe sentire teen ma con classe quelcertononsòcche

Ciao Steve, scusa se ti ho insultato per i tuoi trampoli quella volta, e grazie di tutto.